Sponderuola Low Angle RIDER 3 in 1
Sponderuola Low Angle RIDER 3 in 1

Lavorare il legno massello implica necessariamente l’acquisto di una sponderuola. Questa pialla ha la caratteristica di avere la lama larga quanto il corpo (un paio di decimi in più a dire il vero) ed i fianchi perfettamente a squadro con la suola. Ciò la rende estremamente utile per rettifica-re battute, ripulire incastri, come anche creare modanature convesse.

Viene prodotta in numerose varianti che, perlopiù, si distinguono per larghezza e lunghezza. Proprio su quest’ultimo parametro si è concentrato il produttore dell’esemplare qui recensito e commercializzato da Ferramenta Trifi-letti.

IL CORPO

La RIDER 311, come tutte le pialle che si rispettino, ha un corpo in ghisa finemente lavorato dalla superficie estremamente pulita. Il design ricalca fedelmente i modelli prodotti dall’inglese Record e lo stesso vale per la modularità di cui parleremo più avanti. Non sono presenti zigrinature o scassi per la presa delle dita sui fianchi dell’utensile. Ciò non va inteso come un difetto o una limitazione ma anzi è una precisa scelta tecnica che serve ad aumentare il controllo quando il fianco dello strumento va in battuta, ovvero scorre, contro una superficie. In questo caso la presenza di scassi o zigrinature potrebbe essere d’intralcio e ostacolare l’avanzamento dell’utensile. Ad ogni modo la presa è ben salda grazie anche alla massiccia leva in ottone che serve al bloccaggio della lama. La sua superficie esterna è accuratamente stondata e lucidata così da provvedere al giusto comfort del palmo della mano. Sempre in ottone sono le due viti: quella che serra la leva e quella necessaria a far avanzare la lama. Una scelta tecnica anche in questo caso poiché l’ottone ha particolari proprietà autolubrificanti e la movimentazione delle parti avviene senza intoppi.

Veniamo ora alla modularità: la pialla è costituita da un corpo fisso, quel-lo che ospita lama e relativi meccanismi, e due “nasi” di lunghezza dif-ferente. Con il più corto si ottiene la configurazione cosidetta “bullnose” ovvero a muso di toro, che permette di effettuare lavorazioni quando la superficie da spianare è il fondo di un recesso o la guida di un cas-setto. In ambedue i casi la pialla non avrebbe modo di uscire dal legno e occorre fare piallate interrotte. Avendo una suola anteriore più corta è possibile prolungare il taglio fino quasi alla fine del pezzo. Un terzo elemento è invece una linguetta (1mm di spessore) che si inserisce tra i due corpi della pialla; funge da spessore e sostanzialmente allarga la bocca della pialla quando occorre fare asportazioni più massicce, ad esempio durante i tagli di sgrossatura lungo vena. Questa sponderuola può essere utilizzata anche senza la parte anteriore, in modo da ottene-re una cosidetta “flush plane”, molto utile per rasare la testa di spine o le linee di incollaggio tra due pezzi. Tra usi singoli e combinati dunque le configurazioni possibili sono ben cinque. L’accoppiamento tra le varie parti risulta essere perfettamente in asse e privo di giochi, grazie anche ad una coppia di perni di allineamento presenti tanto sul naso lungo che su quello corto. Il blocco dell’assemblaggio avviene tramite una vite a brugola M5.
                                   

IMPRESSONI D'USO

Naturalmente abbiamo dedicato la nostra attenzione anche alla lama curando in primo luogo la lappatura. Quella di fabbrica non possiamo certo dire che fosse perfetta ma se non altro la faccia era sufficientemente spianata da richiedere solo qualche minuto per una preparazione ottimale. La presenza di una lieve concavi-tà al centro ha reso ancora più facile questa preparazione iniziale. Meno lavoro invece per l’affilatura vera e propria. Partendo da un bisello già impostato a 25° è bastato un ciclo veloce (800, 2000, 4000) per ottenere un tagliente pronto all’uso che si è dimostrato sufficientemente affidabile tanto con i legni duri quanto con quelli morbidi. Un’ultima annotazione sul gruppo di taglio: questa pialla rientra tra le cosidette low angle e quindi la lama è montata con il bisello rivolto verso l’alto. Tuttavia l’inclinazione della seduta non è estrema; in luogo dei più consueti 12° essa ha infatti un angolo di 20°, il che rende la rampa di appoggio un poco più robusta e meno portata a flettere. Attenzione però, questo non vuol dire che si può esagerare col serraggio della leva di blocco!. L’effettivo angolo di taglio è dunque pari a 45° (25 del bisello più 20 della seduta), come quello delle pialle standard, con però il vantaggio di una lama che, per come è disposta (più parallela alla superficie di lavoro), ha meno problemi di vibrazione.

Tratto da editoriale di LegnoLab.

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