dal 1906
TRIFILETTI
Fondato da Rosa Trifiletti a Torino in via Matteo Pescatore nel 1906, in oltre un secolo di attività il negozio è stato trasferito due volte, prima in via Vanchiglia e successivamente in corso San Maurizio, dove si trova attualmente. La superficie dei vari punti vendita è aumentata, favorendo la naturale espansione dell’attività avvenuta nel corso degli anni. Dopo quattro ricambi generazionali, oggi la conduzione del punto vendita fa capo a Maurizio Trifiletti.
Siamo stati lungimiranti nel ritagliarci una nicchia di mercato
Intervista a Maurizio Trifiletti, titolare
In un mercato in grande trasformazione concentrarsi su una nicchia di prodotto di particolare interesse può essere una soluzione vincente. È stata questa la strategia di Trifiletti, negozio di ferramenta ubicato a Torino. In un quartiere che ha visto il ridimensionamento nel tempo di molti artigiani e di attività commerciali storiche, questo punto vendita ha concentrato il proprio business sugli utensili manuali per la lavorazione del legno. Mercato poco sviluppato in Italia a differenza di quanto accade in altri paesi del nord Europa. Grazie a questa attività e alla naturale apertura al digitale, lo storico punto vendita torinese è riuscito a costruirsi una propria identità, afferma il titolare Maurizio Trifiletti.
Come si è trasformato il mercato nell’ultimo decennio?
Ha subìto una grande trasformazione. Purtroppo abbiamo visto sparire lentamente falegnami e restauratori che sono stati il nostro pane fin dal 1906, anno della fondazione del negozio da parte della mia bisnonna Rosa. Il quartiere Vanchiglia era pieno di artigiani, restauratori, doratori, tappezzier in stoffa, ebanisti, solo per citare alcune delle categorie. Inoltre, in ogni cortile c’erano due o tre botteghe. Ora tutte queste attività hanno chiuso. Per come si è trasformato il mercato, credo sia molo triste la strada verso cui stiamo andando, fatta di cose inutili, usa e getta e non riparabili.
In che modo è cambiato l’assortimento e la gamma dei prodotti offerti dalla vostra attività?
Da circa dodici anni circa abbiamo un e-commerce e vendiamo soprattutto utensili manuali per la lavorazione del legno e questo ci tiene come si dice “in vita”. Si tratta di una nicchia di mercato per appassionati e hobbisti esigenti che ci dà buone soddisfazioni. Cerchiamo comunque di tenere a magazzino anche quei prodotti per mobili, cerniere, ottonami, maniglie, eccetera, che ci hanno sempre contraddistinto. In questo caso sono purtroppo molti i fornitori che non producono più quegli articoli. Infatti, a meno che non realizzano milioni di pezzi, per loro non è più conveniente e ciò riduce di molto l’assortimento da offrire ai clienti.
Ci sono state particolari trasformazioni della superficie di vendita e dell’esposizione degli articoli?
Siamo in questo negozio da molti anni e più o meno è rimasto tale. Anni fa abbiamo acquistato il negozio vicino unendo le due parti e lì abbiamo esposto gli utensili per lavorare il legno. Molti appassionati vengono a trovarci anche da fuori Torino per toccare con mano la qualità dei nostri prodotti e molti acquistano sul sito. In un certo senso, possiamo dire che siamo stati lungimiranti e siamo riusciti a ritagliarci una nicchia di mercato che in Italia non è molto sviluppata, mentre in Inghilterra, Germania e Francia lo è molto di più.
In che modo e quanto è cambiato il rapporto con i fornitori ed i clienti?
Per quello che riguarda il rapporto con i fornitori ci si affida alle mail, allegati e simili. Il buon rappresentante che viene a sottoporci il nuovo prodotto è diventata merce rara. Anche questa è una perdita di valore aggiunto e che non abbiamo più.
Come avete affrontato il tema della digitalizzazione e quale impatto ha avuto il digitale sulla vostra attività?
È stato un passaggio dovuto. Da anni ci necessariamente adeguati. La contabilità viene seguita solo su computer e i prezzi sono automatizzati grazie ai codici a barre. Una volta si faceva tutto a mano, ora se manca la connessione per qualche ora siamo rovinati e si ferma tutto.
Siete presenti sui social e/o con un portale e-commerce?
Come detto abbiamo realizzato un sito e-commerce che ci ha consentito di ampliare la clientela. Nel caso dei social siamo presenti su Facebook e Instagram.
Quanto e come si è trasformato lo scenario competitivo?
Con l’avvento dell’e-commerce i margini hanno ovviamente subìto un ridimensionamento, perché per quanto possibile bisogna cercare di avere un buon prezzo oltre che un’ottima qualità. Sulla trasformazione dello scenario competitivo pesa inoltre l’apertura sconsiderata di un numero esagerato di superfici della grande distribuzione, che impatta drasticamente sulla sopravvivenza dei piccoli negozi di ogni genere merceologico.
* Editoriale tratto da "Ferramenta 2000 "