EDITORIALE LEGNOLAB!!!
A cosa può servire una riga certificata diritta al decimo di millimetro in un luogo in cui si lavora del materiale elastico, sensibile all’umidità e facilmente deformabile come il legno? Sicuramente a verificare se qualche pezzo appena lavorato o il piano del banco da lavoro sono planari. Ma queste sono operazioni che non si effettuano quotidianamente e in ogni caso qualche lieve difformità è tollerata. Ove la precisione è un obbligo imprescindibile è invece sui macchinari in cui la continuità dei piani di appoggio e scorrimento non solo è essenziale per la buona riuscita di tagli e rettifiche ma è anche importantissima per la sicurezza. Basti pensare a cosa può accadere se un pezzo in entrata su un macchinario si impunta su qualche rilievo presente su guide o piano.
GLI IMPIEGHI DELLA RIGA.
Non serve un grande sforzo di fantasia per comprendere gli svariati impieghi di un regolo rettificato da quasi un metro di lunghezza. Sicuramente, possedendolo, agli usi più comuni se potranno associare degli altri, magari assieme a qualche elettroutensile. Per questa rubrica ci siamo però concentrati solo sul primo aspetto tralasciando anche la possibilità di usare la riga come strumento di misurazione per i motivi illustrati di seguito.
Le superfici di riferimento della riga sono le coste. Entrambe sono rettificate come testimoniano i sottili segni lasciati dalla testa dell’utensile impiegato e dal fatto che non è presente l’anodizzazione come sul resto del corpo.
La sezione, ad esclusione della bisellatura su una delle due co ste, è identica su entrambe le facce. La concavità centrale for ma un ponte sulla faccia inferiore che migliora l’appoggio sul materiale mentre su quella superiore un comodo alloggiamento per le dita che schiacciano lo strumento e ne gestiscono l’asse.
Ovviamente la riga può essere impiegata per valutare la planarità delle varie lavorazioni prima di effettuare verifiche più approfondite e laboriose sui vari macchinari. Va da sé che il materiale non può essere di una sezione tale da risultare elastico o troppo sensibile al taglio o alle variazioni di umidità. Ad esempio un’asse appena sezionata sulla sega a nastro.
L’uso come strumento di verifica è sicuramente quello d’elezione per la riga UJK. Piallatrici, troncatrici e toupie hanno tutte dei componenti mobili o “spezzati” (in genere le battute attraverso cui passano le lame) che v anno perfettamente allineati. Nel caso del banco fresa qui illustrato il controllo si deve eseguire, oltre che sulla coppia di battute, anche sul piano che al suo interno contiene un lifter cui è ancorata l’elettrofresatrice.
La fotografia sopra mostra il perché la guida oggetto di questa recensione non è da annoverarsi tra gli strumenti di misurazione. Entrambe le scale metriche sono piuttosto distanti dalle coste e, di conseguenza, qualsiasi misurazione incorrerebbe nel famoso errore di parallasse che è tanto più ampio quanto maggiore è la distanza tra a scala di lettura e l’oggetto da misurare.
CONCLUSIONI.
Le righe di riscontro rappresentano sempre un ottimo investimento per un laboratorio dotato di macchinari cui sono richieste affidabilità e sicurezza. Il modello proposto da Ferramenta Trifiletti, importatore UJK per l’Italia, ha un costo pari alla metà di analoghi modelli da meccanica in acciaio ma ha tolleranze più che sufficienti per gli impieghi in falegnameria.