MANPATOOLS HOLES CUTTER
MANPATOOLS HOLES CUTTER

La scultura su legno sta vivendo una sorta di rinascita grazie ad alcune innovazioni che diverse aziende introducono regolarmente sul mercato. Ci riferiamo a quei dispositivi che possono essere associati alle smerigliatrici angolari. Il loro uso è figlio di una branca particolare della scultura, quella prevalentemente effettuata con motosega su legno fresco. Le caratteristiche principali dei dispositivi prodotti da MANPA e importati in Italia da Ferramenta Trifiletti, sono l’aggressività e la facilità di scarico del truciolo, insieme alla versatilità e alla facilità di controllo. Per quest’ultima, naturalmente, occorre fare una certa pratica e seguire scrupolosamente le norme di sicurezza. Il catalogo del produttore, con sede nella Repubblica di Corea, è piuttosto vasto. Qui illustriamo un prodotto fornitoci in due misure; nel prossimo numero ne testeremo un altro tipo.
GLI UTENSILI.

Gli Holes Cutter, come recita il nome, sono prevalentemente destinati alla realizzazione di fori e scavi nel legno. Volendo semplificare la descrizione potremmo definirli delle seghe a tazza, se non fosse che la loro capacità di taglio non è limitata alla parte frontale ma, grazie alla particolare conformazione dei taglienti, si sviluppa su un arco di circa 180°. In questo modo, partendo dalla lavorazione principale, quella di foratura, si può passare facilmente alla vera e propria sagomatura. Un cenno sulle misure; l’utensile più piccolo (20mm Ca) ha una profondità di taglio di circa 120mm e può essere prolungato di altri 60mm. Il più grande (47mm Ca) ha una lunghezza di 130mm e sul catalogo del produttore sono disponibili prolunghe fino a 240mm. La prima prova è naturalmente consistita nella lavorazione di un tronco di quercia segato da un paio d’anni. Materiale non proprio asciutto ma di sicuro non tenero. I risultati, insieme alla tecnica di taglio, sono mostrati nelle fotografie qui sotto. L’intera lavorazione ha richiesto all’incirca 6 minuti.

I due hole cutters hanno lo stesso tipo di tagliente; una pasticca in metallo duro dotata di bisello interno. Può essere ruotata, riaffilata o sostituita. Quelle sul modello da 20mm sono due mentre sul modello da 47mm ve ne sono tre. Tutte hanno un diametro di circa 8mm.

I corpi dei due strumenti sono in una lega a base di alluminio che limita le oscillazioni pur mantenendo la rigidità dello strumento. L’adattatore per l’innesto sulla vite della smerigliatrice è invece in acciaio. Per  entrambi i modelli sono disponibili delle prolunghe con un sistema di innesto a vite e flangia che permette di mantenere l’assialità dell’assemblaggio.
                                   
Scavo parte prima.
Usando lo strumento di testa (va poggiato con tutta la corona e non di lato) si effettua uno scavo simile ad un carotaggio per la profondità richiesta o almeno finché lo scarto non arriva a poggiare sulla base del corpo cavo.
                                                      
Scavo parte seconda
Per fare un canale si sovrappongono i carotaggi fino ad ottenere la lunghezza desiderata. Inclinando l’utensile si eliminano le “carote” rimaste al centro del taglio e si può procedere alla rifinitura o all’approfondimento dello scasso.
                                                       

Scavo parte terza
Dopo aver ripulito il fondo dello scasso si può passare alla sagomatura e, nei limiti concessi dall’apertura, realizzare anche lavorazioni in sottosquadro. Lavorando di lato l’utensile lascia una traccia simile a quella di una sgorbia e si presta ad ulteriori impieghi.

IN LABORATORIO
Abbiamo voluto testare gli Holes Cutters anche per impieghi diversi dalla scultura open air, ad esempio la decorazione o la sagomatura di maniglie. Tra i due quello che si è comportato meglio è il modello più grande. In primo luogo per la maggior velocità periferica e, particolare non meno importante, per la presenza di tre pasticche. Queste due caratteristiche lo rendono più regolare nell’asportazione e, in un certo senso, più delicato e controllabile. Va da se che prima di iniziare occorre sacrificare un paio di pezzi per imparare a gestire i movimenti.
                                                        
L’utensile più piccolo, sebbene meno impegnativo in termini di volume, può lasciare una finitura non proprio adatta al particolare. Differente il comportamento del modello da 47mm che, lo vediamo qui sopra sulla testa di un travetto di faggio evaporato, produce un taglio molto più netto.
                                                        
Prima di iniziare qualsiasi lavorazione è preferibile testare il comportamento dell’utensile in più direzioni rispetto alla fibra del legno. Soprattutto per rendersi conto di come, lavorando con la parte esterna, può influire sul taglio il trascinamento indotto dal moto rotativo.



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